Unheimlich metropolis // (scarica pdf)
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Ricerca italiana // Il tema come antidoto (scarica pdf)
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Stefano Converso. Shop works. Collaborazioni costruttive in digitale
La lettura di questo saggio approssima ad un viaggio iniziatico teso a svelarci gli elementi che concorrono alla creazione del corpo plastico complesso. Non importa quale esso sia - edificio o installazione, elemento di arredo o componente di design – il lavoro dello studio americano SHoP (fondato dai fratelli Coren, Chritopher e William Sharples in associazione con Kimberly Golden e Gregg Pasquarelli) è testimonianza preziosa: intercettiamo, nel procedere, i paradigmi e le complessità del tempo presente, momento in cui tecnologia e naturalità apprestano modi e forme di una possibile e salvifica comunione. L’autore ci conduce alla scoperta di questi territori nodali, frontiere del contemporaneo. Margini e limiti inesplorati o protetti, in cui l’artificio sembra il risultato di complesse permutazioni alchemiche. Figure e corpi che hanno come perno generante processi e sistemi di tipo avanzato, circondati da un aura di fascino e fervore avveniristico. A differenza però di molti progettisti e studi che da anni si cimentano con le tecniche di produzione digitale, SHoP volge la sperimentazione al concreto: a partire dai primi anni del duemila fino ad oggi delinea una figura nuova, nel panorama architettonico mondiale, incarnando il paradigma di quella che viene giustamente definita l’eta “Matura” del digitale in Architettura. L’accezione che si applica dunque a questa fase della sperimentazione è centrale, in quanto intercetta e approfondisce lo specifico della migliore ricerca progettuale: la possibilità di restituire alla disciplina un nuovo orizzonte etico. Collaborazioni costruttive è dunque la sintesi di un pensiero volto alla condivisione, che annulla il modo tradizionale – ed europeo - di intendere l’architetto come un demiurgo – o modello di incessante autoreferenzialità. A questo si sostituisce invece una necessaria quanto salvifica capacità di impegno, sostenuto - in quanto processo infinitamente complesso- da sistemi software digitali dedicati. Tecnologia al servizio di etica e responsabilità. Non a caso SHoP viene scelto in due occasioni di estrema emergenza quale unico studio in grado di sviluppare soluzioni a problemi drammatici e inaspettati: a New Orleans a seguito dell’uragano Katrina per lo sviluppo e la realizzazione di un Centro Servizi realizzato tra due box prefabbricati, e a Ground Zero a New York dopo la tragedia dell’ 11/9 per la costruzione del ponte di Rector Street. Digitale, tecnologia parametrica, Rhinoceros, Catia, Digital Projects, Generative components, software di controllo numerico della fase costruttiva e di tutti i momenti che inevitabilmente sottendono al progetto complesso analogico estremo. Il libro non cerca di analizzare specificità di tipo spaziale o stabilire nessi storiografici, - esso tralascia giustamente queste consuetudini in cui indugia il dibattito critico – per soffermarsi sul modus operandi, ingaggiando un interrogarsi fecondo sul come poter sviluppare il progetto e la costruzione del digitale. A Stefano Converso va il merito dunque di averci reso consapevoli di una ricerca necessaria e cruciale per lo sviluppo dell’architettura della contemporaneità. In particolare, il lavoro che l’autore conduce da anni in questa direzione è ritenuto pionieristico -perché restringe il fuoco sulle procedure che oggi possono innestarsi sul corpo del manufatto, in modo pratico e dedicato alla realizzabilità ed al risparmio di risorse di tempi ed energie.
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Innesti-sovrapposizioni-estensioni 2
l'industria delle costruzioni, n° 403, Settembre-Ottobre 2008 /on line :...http://www.lindustriadellecostruzioni.it/
La Ricerca italiana
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Jean Nouvel
Ed. Edilstampa, Roma 2007, 160 pp. , € 22,00
ce |
La monografia sull'opera di Jean Nouvel –tra le poche disponibili in italiano- esce nella collana diretta con passione ed impegno da Giuseppe Nannerini, “I Quaderni de l'industria delle costruzioni”. Una pubblicazione che nei presupposti cerca di proporre una lettura *altra* del lavoro progettuale di Nouvel, architetto francese di fama internazionale nato nel 1945 a Fumel (Lot-et- Garonne). Percorrendo retrospettivamente l'ampio corpus di progetti visioni utopiche e architetture degli anni 80' fino alle realizzazioni stupefacenti degli anni 90 che hanno consolidato ed imposto a livello mondiale la sua figura, la monografia si sofferma su alcuni elementi e concetti chiave ritenuti frammenti di una complessiva ed unica sensibilità architettonico-artistica. La prospettiva assunta è dunque quella della produzione italiana che a partire dall'inaugurazione del nuova sede della società Brembo (il Kilometro rosso) avvenuta nel Maggio di quest'anno, si va concretando attraverso una serie di realizzazioni di sicuro interesse e qualità (Minimetrò di Perugia, Officine Ferrari a Maranello, Nuovo Padiglione alla Fiera di Genova, tra gli altri) presentate in rassegna mediante foto ed elaborati inediti. Il testo critico è accompagnato dalla testimonianza diretta di Alessandro Carbone, associato e responsabile di Ateliers Jean Nouvel Italia, un prezioso contributo imprescindibile per una introduzione all'opera ed al lavoro sostenuto nel corso di questi anni nella sede romana dell'Ateliers. A seguire un breve estratto dall'introduzione:... Un uomo del proprio tempo In architettura sembra in qualche misura valere lo stesso principio: abbiamo stili definiti ed una loro successione, ed abbiamo una critica che è chiamata ad interpretare e a contestualizzare le diverse dicotomie; queste a seconda delle diverse interpretazioni non sono che il succedersi di movimenti e fermenti in aperto antagonismo oppure costruzione di un progetto critico autonomo e onnicomprensivo. In questo incedere sempre uguale a se stesso, monotono e piatto della storia appaiono talvolta figure ed esperienze che sfuggono alle consuetudini, tracce di percorsi non codificabili in forme e matrici consuete, liberi da condizionamenti e dogmi. La ricerca di Jean Nouvel è paradigma della contemporaneità più positiva e feconda: la creazione di un campo di esplorazione illimitato in cui si manifesta il mondo ed il tempo presente non più idealizzato, non più teorizzato o immaginato; l'architettura di Nouvel evoca una realtà tangibile che si svela in tutto il suo potenziale innovativo e futuribile: il futuro è sempre.
Titolo:Jean Nouvel scarica l'indice in formato .pdf (150 kb):.... qui ordina on line dal sito dell'editore:...http://www.edilstampa.ance.it/industria_nouvel.htm
sito:.... http://www.lindustriadellecostruzioni.it/Quaderni.html |
materiali |
"Jean Nouvel" recensito su:... Area, rivista di architettura e arti del progetto, n° 97 local/global la recensione completa :.... .pdf 72 Kb :... download
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il libro "Jean Nouvel" su AT casa.corriere.it è on line la presentazione del libro sulle pagine del nuovo spazio che il prestigioso corriere della sera nella sua edizione telematica dedica da oggi al design all 'architettura ed a tutto il mondo che intorno ad essa ruota. Diretto da Silvia Robertazzi , coadiuvata da Alessandro Valenti, a i qual i vanno i miei più sentiti auguri per una radiosa e fertile stagione editoriale , ATcasa è una bella novità per il publishing telematico legata all'architettura - ormai troppo spesso introflesso e combattuto tra personalismi, opportunismi e sempre più rari entusiasmi directlink:... http://atcasa.corriere.it/Tendenze/Libri/2008/03/12/jean_nouvel.shtml Jean Nouvel In questo testo confluiscono due passioni vitali l'architettura e la scrittura, che si incontrano a partire dall'esperienza diretta maturata all'interno della sede romana dell'Ateliers. Un idea quella di raccontare il lavoro di Nouvel e la sua attuale esperienza “italiana” che è germinata con calma, decantando nel corso di lavori e progetti a cui ho partecipato come collaboratore.
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Radio3 suite, Radio 3, Sabato 5 gennaio 2008 h. 23.00 per ascoltare in streming clicca su:.... play RAI:... Radio3 Suite:.... http://www.radio.rai.it/radio3/radio3_suite/index.cfm |
il libro "Jean Nouvel" su "l'Industria delle costruzioni" 399 Gennaio-Febbraio 2008 La recensione critica del libro ad opera di Emanuela Guerrucci, alla quale va il mio sincero ringraziamento unitamente ad una piccola precisazione: il sistema predisposto dall'autore relativo a termini di proprio conio quali Progettto sorgente Opera Vertice, ed i conseguenti modelli operativi non costituiscono il "sostrato culturale alla base della comunicazione interna dell'ateliers" nelle differenti filiali, tutt'altro esso rifiuta senz'appello una impostazione siffatta per prediligere una sostanziale libertà creativa e formale del singolo capo-progetto. la recensione completa :.... .pdf 167 Kb download un estratto:.... Compito quanto meno ambizioso quello di cui si fa carico l'autore, occupandosi dell'opera di un architetto celeberrimo sul quale si è scritto molto e si è detto ancor di più ma, a discapito di quanto sopra, l'impostazione data al volume si contraddistingue per una sua originalità. Innanzitutto un obbiettivo: il disgelare le logiche del processo creativo alla base della produzione dell Ateliers Jean Nouvel ( AJN). Per fare questo Carlo Prati ha bisogno di inquadrare, nell'allora contemporaneo contesto storico – critico, gli anni della formazione e degli esordi con le prime realizzazioni dell'architetto francese. Rapidi i tratti attraverso i quali l'autore delinea la complessa critica del panorama dell'architettura europea della fine degli anni 70 e dei primi anni 90, passaggio obbligato, quest'ultimo, per distillare gli elementi di una poetica progettuale quale quella di Jean Nouvel, che non ha mai voluto strutturarsi in una teoria. Pagine che vibrano di un entusiasmo genuino , talora soffocato da toni troppo intellettualistici. Ma laddove il volume raggiunge uno spiccato interesse è quando l'autore mette a frutto la sua esperienza di ex-collaboratore AJN attraverso la stesura di schede critiche per mezzo delle quali individua dei modelli di riferimento , delle suggestioni formali - operative alla base della produzione dello studio francese. Progetto sorgente, modello binario, modello additivo, opera vertice sono solo alcune delle definizioni che si trovano all'interno del volume e che non solo rappresentano il sostrato culturale alla base della comunicazione interna dell'ateliers ma che consentono altresì il funzionamento della macchina progettuale nelle differenti “filiali” sparse un po' in tutto il mondo. Arriviamo così al secondo elemento che caratterizza l'agile volume di Carlo Prati: l'aver voluto focalizzare l'attenzione della pubblicazione sulla più recente produzione in suolo italiano dell' AJN, fatto questo che rende la pubblicazione nel suo genere unica oltre che essenziale alla comprensione, nei loro caratteri generali di queste proposte alcune delle quali mai pubblicate. (Emanuela Guerrucci) |
Compasses architecture & design / Morphing n°02 - 2008
versione in italiano del testo ospitato sulla rivista in lingua inglese
Architettura che si confronta con il tema della modellazione del terreno, che si conforma attraverso una tettonica fortemente poetica ed evocativa, permette attraverso le sue declinazioni più consapevoli di allacciare un legame con il contesto su cui insiste e sincronicamente con la sua storia e la sua tradizione. Questo è senz'altro il caso della Opera House di Oslo di recente terminata dallo studio norvegese Snøhetta. Vincitore dell'omonimo concorso internazionale indetto nel 2000, Il progetto è dotato di forte potenziale iconografico derivato dalla ricerca di una declinazione contemporanea del concetto di “monumentalità” - esplicita richiesta del bando di competizione – qui interpretata come poliedrico sistema di rimandi e suggestioni. Identità e luogo sono nel caso della Norvegia indissolubilmente legati alla specifica conformazione orografica, memoria di processi temporali interminabili e drammatici. Il Fiordo, il braccio di mare che si insinua tra le antiche vallate, è matrice terrestre dinamica: esprime - in sostanza - il progressivo erodersi dei ghiacciai attraverso il tempo, il Fiordo racconta e testimonia del loro lento inabissarsi nelle profondità dei mari artici. |
Snøhetta immagina che un possente residuo di questi non si sia estinto, Snøhetta in modo fiabesco propone come viatico allegorico monumentale una suggestione epica, che agisce nel profondo della coscienza collettiva di una nazione, interrogandola sul rapporto che questa instaura con la propria terra. L'edificio emerge sul limitare del Fiordo di Olso, sulla Penisola di Bjørvika; è un volume massiccio, etereo che nella sua monoliticità raccoglie le innumerevoli istanze funzionali richieste dalla committenza. Si tratta di un progetto “ecumenico”, che “accoglie” il visitatore o il viandante, che nel suo farsi imposta una serie continua di spazi aperti in grado di dialogare con l'insieme della struttura retrostante: il pack artico è così il suolo da cui scaturisce la città, nel ghiaccio si scolpisce la storia il vissuto architettonico di un intera nazione. |
Innesti-sovrapposizioni-estensioni
l'industria delle costruzioni, n° 396, Luglio-Agosto 2007 /on line :... www.lindustriadellecostruzioni.it
Trasformare per addizioni
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pubblicato su La civiltà dei superluoghi Ed. Daminani, 2007
“Dica! Signorina Dicaaa!”,
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appena sbarcate impaurite ed in leggera soggezione le svedesi sembrano fidarsi, osservano impreparate quelle apparizioni scomposte: sono umani che le parlano ed abbordano umani dall'aria primitiva ancestrale senza tempo.Così pure il viandante il turista il pellegrino il commesso viaggiatore l'uomo d'affari indaffarato, così i romani stessi tutti presi dal subisso dagli inviti scomposti degli adescatori abusivi, lascivi e sdruciti. Il comitato d'accoglienza parte da qui da questo cordone umano che si sparpaglia nella galleria principale in quella promenade che sa di mille odori e di centinaia di idiomi, che s'innalzano verso l'alto verso i travertini ed il vetro sudicio di polveri stabilizzate, tracce di ruggine e di metallo impastate di calcare. Guano e piccioni che del guano sono autori fautori e promotori. Oggi sono immagini trasmesse dai plasma installati a bella posta lungo tutto il percorso sgommato e risolato dove le sòle –quelle vere- s'accalcano e calpestano dove le sòle corrono al binario sperando di non perdere l'occasione di fuggire dalla metropoli ancora incolumi, integri, salvi. Immagini rapide di prodotti di bollicine e cellulari dove corpi pance braccia e moltitudini si espongono in un maelstrom di raggi luminosi cangianti- Sono emessi dal plasma questi raggi vividi di colori in PAL e NTSC, e ricascano sulle cerate e le giacche a vento sui loden e sui velluti a costa di chi stanzia e di chi corre di chi rimorchia e di chi guarda: tutti stipati o di passaggio nella grande galleria della stazione che come collettore unisce le condotte dei quartieri spaccati dalle rotaie: fasci ferrosi che viaggiano per l'Italia in un immensa prospettiva di transazioni ed affari. L'Esquilino ed il castro pretorio San Lorenzo e Porta Maggiore ricuciti da tunnel carrabili ai vapori di sodio, di quel giallo sabbioso che contraddistingue gli attraversamenti promiscui e segreti. Le torri dell'acqua che ti ricordano De Chirico, che viste così in questa luce meridiana di una domenica di campionato -che poi anche il campionato è sospeso perché di violenza si uccide-, insomma a guardarla così questa Roma sembra metafisica vivente che respira e palpita. Al nulla geometrico di queste tracce cangianti, che a miriadi ronzano nell'incavo sotterraneo e terrestre della stazione si frappone poi infine il muraglione bianco dell'ingresso principale. Il brusio si fa subito vociare chiassoso: i suoni si impastano scivolano e con essi i riflessi ed i bagliori molteplici, scivolano, come solo il mercurio scivola sulle superfici porcellanate del grande dinosauro striato di cielo e cemento. L'ingesso (o uscita) verso la città eterna che spinge i viventi, come pacca ben assestata sulla spalla, verso il biotipo urbano dall'aria distratta e sognante che i più chiamano: Roma |
Arch.it, rivista on-line di Architettura, sezione “Architetture”, Aprile 2007 online su:... arch'it
l'industria delle costruzioni, n° 396, Luglio-Agosto 2007
"E così, tra le calme serene del mare tropicale, in mezzo a onde i cui battiti erano sospesi per l'estasi, Moby Dick andava, nascondendo ancora alla vista la pienezza dei territori del suo tronco sommerso, interamente nascondendo la deforme orridezza della sua mandibola. Ma ben presto la parte anteriore del suo corpo emerse lentamente dall'acqua; per un istante la figura marmorea formò un grande arco, simile al ponte naturale della Virginia, e come un gesto ammonitore sventolando nell'aria la coda come una bandiera, il grande iddio si mostrò, si tuffò e scomparve." Nel panorama complessivo dell'architettura elvetica contemporanea la produzione, il lavoro e la ricerca dello studio EM2N -fondato a Zurigo nel 1997 da Mathias Müller (1966) e Daniel Niggli (1970) entrambi allievi di Marcel Meili presso l'ETH- risulta tra le più feconde; le tensioni più radicali, proprie di una certa avanguardia di stampo olandese (Koolhaas, MVRDV...) sono fuse e rilette nel quadro della cultura compositiva Svizzera, prestigiosa e severa ma allo stesso tempo realista e fortemente disincantata. |
l'industria delle costruzioni, n° 384, Settembre- Ottobre 2005 /on line :... www.lindustriadellecostruzioni.it
cp.com microsite:... http://www.carloprati.com/itinerariosvizzero.htm
Nell’ intraprendere un viaggio ed un itinerario architettonico, alla scoperta di una realtà geografica e culturale complessa ed articolata - in cui coesistono pacificamente identità e tradizioni differenti - il viaggiatore lo studioso od il semplice turista, così come il lettore avveduto di queste pagine, si immagina siano talvolta pervasi ed attraversati da un senso di incertezza derivante dalla difficoltà di contestualizzare correttamente ogni singolo episodio o esempio proposto. Risulta molto difficile ricostruire un immagine univoca, che sintetizzi il panorama culturale svizzero, apparentemente così labirintico e frammentato: muoviamo allora alla ricerca di alcuni facili appigli a cui sostenersi, per facilitare la lettura degli edifici presentati in questo numero. Per orientarsi in modo agevole all’interno di questa rassegna si è scelto di introdurre un itinerario che a partire dal Ticino e dai Grigioni attraversa la Svizzera centrale terminando nel cantone di Zurigo; una sequenza di tappe non necessariamente consequenziali: il tema del viaggio del resto, è connaturato ad una delle idee più comuni e condivise legate alla Svizzera ed al suo immaginario.
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Arch.it, rivista on-line di Architettura, sezione “Architetture”, Luglio 2005 / online su:... arch'it
l'architetto e lo scultore:La Congiunta è un piccolo museo dedicato all'opera dello scultore tedesco, ma naturalizzato svizzero, Hans Josephsohn; commissionato e voluto dalla fondazione omonima, è stato realizzato da Peter Märkli nel 1992. L'edificio si trova a Giornico un piccolo paese della Val Leventina (canton Ticino), sorge su di un terreno molto particolare -acquistato in passato dallo stesso Josephsohn- delimitato a est dal fiume Ticino ed a Ovest dalla ferrovia cantonale. Prima di introdurre l'intervento, è utile soffermarsi brevemente sul rapporto pluriennale di amicizia e condivisione che intercorre tra lo scultore e l'architetto. |
Gion A. Caminada, Stiva da Morts
Arch.it, rivista on-line di Architettura, sezione “Architetture”, Dicembre 2004 / online su:... arch'it
d'Architettura, rivista italiana di architettura, “Cambiamenti di stato”, n°26, 2005
Due sono gli elementi da cui scaturisce il portato simbolico connesso alla piccola costruzione grigionese, in prima istanza, la funzione: la Stiva da morts è il luogo in cui si espone il feretro durante il periodo di lutto che precede la sepoltura delle salme; condizione questa che favorisce la riflessione sul legame tra il rito e le sue forme in rapporto alla liturgia del lutto. Il secondo dato da considerare è di carattere biografico: Caminada vive e lavora a Vrin, e qui ha avuto occasione di realizzare un cospicuo numero di architetture sia private che pubbliche; il luogo, quindi, è inteso sia come spazio vitale di una comunità i cui ritmi sono dipendenti dalla natura e dalla sua imprescindibile presenza, ma anche come patrimonio di nozioni e tecniche legate alla tradizione costruttiva. |
VALERIO OLGIATI Das gelbe haus
l'Industria delle Costruzioni, “Trasformazione/Riqualificazione”, n°373, Settembre–Ottobre 2003
Arch.it, rivista on-line di Architettura, sezione “Architetture”, Novembre 2003 / online su:... arch'it
Una corretta presentazione di questo intervento di risanamento e trasformazione strutturale dell’edificio denominato “das gelbe haus” (premio per la migliore architettura svizzera 1999, assegnato dalla rivista Hochparterre e dal programma televisivo 10 vor 10) situato nella piccola cittadina svizzera di Flims, nel cantone dei Grigioni, per essere esaustiva deve necessariamente tenere conto del ruolo e dell’importanza ricoperti nella vicenda da Rudolph Olgiati (1910-1995), proprietario del fabbricato originario ed importante architetto locale. Nell’anno della sua morte infatti, egli lascia la proprietà dell’edificio alla municipalità di Flims vincolando però ogni intervento successivo sul fabbricato all’uso del colore bianco (dalle fondamenta al tetto); non si tratta di certo di una scelta arbitraria, ma di un vero e proprio codice linguistico che è rintracciabile in tutti gli edifici costruiti da R.Olgiati nella cittadina, massicci ed invariabilmente bianchi. Il progetto di ricoversione dell’edificio in centro culturale avviato nel 1995 (a pochi mesi dalla morte del padre) viene affidato all’allora quarantenne figlio dell’architetto grigionese, Valerio Olgiati, il quale muoverà da questi vincoli e presupposti iniziali, per realizzare un opera il cui linguaggio è al tempo stesso innovativo e radicale |
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RCR ARQUITECTES. Espacios para el ocio y la cultura
Arch.it, rivista on-line di Architettura, sezione “Architetture”, Maggio 2003 / online su:... arch'it
La scelta di organizzare la trattazione per tre argomenti generali richiama la necessita’ di poter affrontare il tema alle diverse scale.Di conseguenza questa semplificazione dapprima interessa la scala piu’ ampia delle implicazioni biografiche degli architetti in relazione alla loro produzione architettonica, aspetto assolutamente non secondario nell’ economia della produzione architettonica del gruppo. Per questa traccia saremo condotti ad analizzare una metodologia ben precisa di relazione con l’elemento naturale, derivante ( si ritiene) proprio dagli aspetti prima definiti, un modus operandi che permette appunto di poter radicare l’identità sia dell’elemento antropizzato che di quello naturale senza che reciproche prevaricazioni subentrino.Passeremo poi ad analizzare in seconda istanza, l’edificio, attraverso tre diversi aspetti di quello che si e’ chiamato appunto il meccanismo architettonico |
Interventi di riqualificazione del trasporto su ferro: il caso svizzero
l'Industria delle Costruzioni, “Infrastrutture e paesaggio urbano”, n° 367, Settembre-Ottobre 2002
Questa breve quanto succinta trattazione ha per oggetto le linee di indirizzo generale applicate nella gestione degli interventi di opere di pubblica utilità, quali ad esempio, la costruzione di nuove stazioni ferroviarie, la riqualificazione delle aree ad esse limitrofe ed il potenziamento delle reti di trasporto su ferro esistenti, adottate nella piccola nazione Svizzera. Negli ultimi dieci anni sono infatti stati varati due progetti estremamente importanti, Bahn2000 e Alptransit, ai quali è demandato il compito di rivoluzionare il sistema di rapporti e di relazioni tra i grandi centri urbani svizzeri (Zurigo, Losanna, Berna, Lugano), e quelli europei (Milano, Parigi, Strasburgo, Monaco, Vienna, etc.), ed inoltre migliorare e ridurre tutti i tempi di percorrenza sulle tratte interne. La storia del progetto Bahn2000 è esemplare in riferimento alla strategia attuativa, il suo programma venne sottoposto a referendum popolare nel 1987, e nell’anno successivo ne venne approvato il finanziamento, esso si proponeva come obbiettivo principale, la ramificazione capillare dei trasporti pubblici sull’intero territorio nazionale, tra città, campagna, agglomerati urbani e regioni. In termini pratici l’adozione dello strumento referendario costituisce in se una chiara volontà di rendere partecipi tutti i soggetti sociali, in ordine ad un esemplare chiarezza operativa, dell’iter progettuale, vero e proprio metodo di lavoro viene considerato infatti il continuo confronto tra comuni, proprietari dei terreni, autorità cantonali e regionali ed anche le associazioni ambientaliste. All’oggi tutti i progetti della prima tappa di Bahn2000 sono in fase di esecuzione se non addirittura conclusi, ben 37 stazioni sono state o edificate o ristrutturate, tra queste il progetto più importante è sicuramente la stazione di Zurigo HB. A partire dal 1994 sono stati iniziati nel suo comprensorio circa 20 progetti, oggi la maggior parte di questi è già funzionante, altresì, nell’Aprile di questo anno si è concluso il concorso per il progetto di ristrutturazione della stazione di Berna ovest, vinto dal gruppo GWJ Architekten,( 2°premio Von Gerkan, Marg und Partner; 3°premio Ingenhoven Overdiek und partner) finalizzato alla realizzazione di un nuovo edificio destinato ad uffici e negozi. Il progetto Alptransit si proietta invece in un ottica transnazionale attraverso la realizzazione delle nuove trasversali ferroviarie alpine, come le gallerie di base del San Gottardo e del Lotschberg, esso è finalizzato principalmente a spostare su rotaia il traffico pesante (il problema dell’inquinamento è molto sentito, basti pensare ad esempio che nel basso Ticino ogni 1000 abitanti vi sono 620 macchine). Per capire la portata del cambiamento che Alptransit porterà su tutte le aree e i paesi del area Ticinese, si può fare riferimento ad un semplice dato: oggi l’attuale percorrenza del cisalpino da Zurigo a Milano è di 3 ore e 40 minuti, dal 2012 (data prevista per la fine dei lavori) essa sarà ridotta a 2 ore e 40 minuti. La definizione di una strategia operativa Un esperienza concreta, la partecipazione svizzera al concorso Europan 6 |
UN IPOTESI DI LETTURA
La futilità degli oggetti
La decomposizione e i processi delle differenze di Peter Eisenman
In questo saggio, pubblicato per la prima volta in “ The Harvard Architectural Review” nel 1984, Peter Eisenman mette in evidenza ed analizza quei “segmenti” della storia che classifica altresì come “Assenze” momenti che l’autore immagina collocati tra due “continuità’”, delle quali l’una ormai prossima alla conclusione e l’altra, dila’ da iniziare. 1 E’ sicuramente un avvio estremamente deciso, nulla e’ dato a sproposito il progetto critico, poggia su basi teoriche solide, queste ultime traducono e reinterpretano gli avvenimenti Ed infatti l’autore nella prima parte del saggio ripercorre i passaggi cruciali che hanno determinato nel tempo le evoluzioni del pensiero e quanto queste modificazioni hanno influito sul modo di percepire la Storia stessa. Lo stile e’ deciso, fermo, ogni passaggio gode di un aura di Incontrovertibilita’ che da questo si trasfonde all’intero saggio, i temi sono “alti”,la riflessione e’ di impronta filosofica: la visione e la qualita’ del Tempo ne sono il soggetto. Il testo è del 1984: Si puo’ allora rintracciare forse proprio nella transitoria condizione culturale del movimento della De-costruzione, in quegli anni agli albori ,il motivo di una forma testuale cosi’ violenta ed apodittica In tal senso, sembra darci conferma di questa interpretazione, il punto di arrivo della riflessione iniziale dell’autore che definisce appunto la Decomposizione come processo alternativo del fare Composizione , mentre contemporaneamente viene introdotto quello che possiamo considerare il core della trattazione, fatto di categorie e immagini ad esse associate.
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Se mi accendo tu vivi, se mi spengo, muori. attratto in un turbine di congetture a spirale, ti inquieta sentirti preda del vuoto, dove sono le certezze, le concilianti orchestrine, le indicibili bellezze, che fino a poco prima si propagavano attraverso me, in te, i suoni scoppiettanti, le risate e le trame dell' apocalisse terroristico. Paura, senso di perdita, sudore, crollo della torre, senti attraverso di me strisciante il malessere; guarda. Sei sveglio e negli occhi la deflagrazione, a chilometri da qui, a migliaia di chilometri da qui, ma a cadere sei tu, sappilo, da ora in poi a cadere sei tu, ora non distogli più lo sguardo, ora hai capito di essere un bersaglio, stupore, apprensione, sgomento, si esatto, sgomento davanti alla nostra caduta, guarda. Le cause, le ragioni, l'odio, hai scoperto ora che esiste un altro mondo, certo puoi dormire sogni tranquilli, rassicurati, si tratta di una civiltà inferiore, sei stato colpito alle spalle, una società barbara, veline, ecco le veline, vieni avvicinati ci sono le veline, stop. Dramma, conflitto, attacco, la nazione, il senso dello stato, i nostri alleati, sempre puri, da sempre puri, puliti, perché attacarti? pensa, perché sei tu che sei stato attaccato, allora?, interruzzione, quiz, soldi, miliardi, Valentina ha indovinato la canzone misteriosa, total request live, xara, xantia, saxò, colazioni di lavoro, segretarie eccitanti, centri dimagranti, superenalotto, distretti di polizia, in fondo fai solo il tuo ruolo, vinci e spendi, perché attacarti, allora?. Ripeti, guarda, ripeti, guarda. Canale operazione di dismissione canale, orchestrina, suoni, storie morbose e personali, ora và meglio vero?, sei tu che ti riguardi, io vedo voi, e vi rimando l'immagine riflessa, addormenta le tue paure, sei al sicuro, al caldo, protetto. Ascolta, in me, piangono ed invocano compassione migliaia di voci, anime, corpi, pance, braccia, lasciati guidare e di tanto in tanto acquista, tra un trauma e l'altro, pianifica, viaggia, impara, esegui, bancomat, contante, rosso in banca, escluso, fuori, allora guarda, continua a guardarmi, guardami. Respira, vulnerabile ed indebolito, siediti, sono qui, ah già ho capito cosa cerchi, lo sento che si alza, in voi, so cosa cercate, il sesso, dimenticavo, che sbadato, ecco, immissione, canale pronto, ma con garbo, con pudicizia, sessi ammiccanti ti osservano ora, sprofonda le tue carni in me. Osserva, non è quello che vuoi, guardare ammirato le loro prestazioni i loro orgasmi, bravo così, forse solo la palestra potrebbe aiutarti a smaltire le tue orribili e flaccide carni, perché lo sai che così, noi non ti vogliamo. Ed ora, un po' di guerra, anzi, un po' di giustizia infinita, non temere, sai che con me non ci sono morti, sai che con me non vi è sofferenza per i probi, guarda, attraverso i miei canali, i mie tentacoli, le mie diramazioni immanenti, nel buio di una notte di vendette voi sarete vendicati. Bambini, case, torri, depositi, terrore chimico, armamenti nucleari, sfarfallerano via sotto i tuoi occhi in mesmeriche deflagrazioni, lucciole nello sfarfallio del tuo apparecchio, scioglieranno come neve al sole le tue paure, così ritemprato potrai di nuovo camminare a testa alta, fiero per il solo fatto di appartenere alla mia razza. Non domandare, non protestare, lascia che attraverso me la realtà ti penetri, ascolta le voci, senti, informazione, notizia, valori, principi, appartieni a tutto questo, ti vedo, guardami, ti sento, amami. In me, reale, è per sempre. In me, libertà, è per sempre. Abbiamo problemi sulle strade del rientro, ma ormai avete imparato, bravi, scaglionare le partenze e indice di maturità, abbiamo dei problemi con le madri, queste sono notizie, quante notizie abbiamo sulle madri, infanticidi, suicidi, omicidi, assasini, sì, ecco ciò su cui dovete soffermare la vostra attenzione, nelle scuole affronteremo questi temi delicati, intervista, si intervista, al giovane, così fuori dalla scuola, perché è vero che così è reale, giovane e voi tutti,giovani, cosa ne pensate della madre assassina?. Ministro, ministro che lodevole iniziativa, e noi , noi tutti, quanto siamo compassionevoli, noi, dispensatori di giustizia infinita a reti unificate, operazione di stabilizzazione canale, locchaggio, fine. Hai forse qualcosa da dire? Credi forse di fare parte di una moltitudine? Hai sentito il fremito della piazza?, poco male, riposa, c'è quark ora, gli egizi, i templari, mamma mia che misteroni, la testa ti si perde eh?, e guarda lì quei vulcani, come eruttano e con che violenza, guarda piccolo mio quanto magma. Già, quanto magma |
Il testo e’ uno strumento compositivo, utilizzare gli strumenti che esso ci propone ci permette di “costruire” e amministrare spazi più complessi. Il commitente è il nostro personaggio, e come capire quest’ultimo e le sue esigenze, senza applicare la capacità di analisi propria dello scrittore nella definizione del protagonista della vicenda narrativa, il racconto non è pratica in uso nel panorama della nostra disciplina, infatti questa si è addormentata su falsi simulacri digitali. Ma il racconto si definisce come pratica imprescindibile, per il buon architetto, per penetrare all’interno delle differenti realtà proprie di ogni individuo. Come si può operare a favore delle esigenze della commitenza, se di questa non se ne è rintracciata la sostanza culturale, l’immaginario alla quale questa afferisce. L’architetto oggi deve approntare una diverso “potere”, come nei super eroi Marvel, deve dotarsi di un sistema di lettura e di codificazione della realtà che il suo edificio dovrà materializzare, riflesso e proiezione del mondo in cui il proprietario si muove ed abita, già, abitare, ma quale realtà? Mi viene in mente il percorso culturale di R.Koolhaas, critico cinematografico, giornalista, legato alla riflessione sugli immaginari collettivi ed individuali da sempre, il cinema appunto come estroflessione della sfera inconscia, la casa individuale e l’edificio contenitore. Un esempio fra tutti, la Maison à Floriac, la casa per l’invalido, appunto. L’edificio, la casa, definiscono in termini spaziali concreti, o meglio dovrebbero definire, i limiti, i confini della realtà in cui si cala e vive il protagonista, l’architetto, come lo scrittore, interpreta, ricama, fantastica, rielabora, analizza, per poi erigere la struttura (narrativa) del testo architettonico. Come il cinema, come il teatro, in cui sono la realtà e le sue regole, ad essere volta per volta rielaborate, tra loro intessute, ed infine serializzate, anche l’architettura deve approntare i suoi super poteri, non tanto nella routine del professionismo o vieppiù nell’esercizio delle tecniche di rappresentazione (indugiando sul suo simulacro), ma bensì nell’ambito di un accurata ricerca intorno alla personalità del commitente, una via allo stesso tempo conscia (la struttura portante, le tecniche costruttive, i materiali) ed inconscia (il rapporto con il passato, con il luogo, con la natura). Non esiste più una sola realtà, la complessità ormai è massima, le nuove tecnologie non hanno influito in modo sostanziale sul nostro modo di progettare, anzi, hanno addormentato il pensiero critico approntandone la completa dissoluzione, viviamo in un cumulo di realtà stereometriche, controllate dalle realtà dominanti, la televisione ed i mezzi di informazione di massa. L’architetto interpreta e riconosce, cura e dispone, della definizione dello spazio ideale, è poeta ed artefice, in esso trovano dimora sogni e speranze ai quali deve essere donata sostanza. Ne và della nostra sopravvivenza, proprio come in un fumetto Marvel. |
The competition's design specifications challenged architects, designers, and medical professionals from around the world and produced submissions which ranged from architecture students to renown professionals.By the project deadline, more than 530 teams representing 51 nations answered the call.
20:55 Pour now
It
Unheimlich metropolis //Progetto inclusivo// |
Unheimlich metropolis un testo elaborato nel corso di un esame universitario per un posto da Ricercatore presso l’Università La Sapienza di Roma facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” sostenuto dal sottoscritto nell’autunno del 2009 e Progetto inclusivo testo elaborato nel corso di un altra sessione di esame all' Università di Roma in questo caso presso la facoltà di Architettura “Valle Giulia” sempre nello stesso anno |
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Ricerca italiana // Il tema come antidoto |
Procedendo con fiducia e confidando nella possibilità di superare le categorie critiche attualmente più diffuse, che propongono per l’architettura italiana riflessioni e analisi incentrate unicamente su fattori di tipo anagrafico o geografico, proviamo a osservare con semplicità e disincanto quello che già c’è, che è presente e tangibile. Il tema come si è detto, costituisce un utile appiglio per verificare lo stato di ricerche che possono ritenersi comuni e condivise da parte degli architetti più sensibili alla costruzione ed al suo contenuto etico e poetico. |
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Stefano Converso. Shop works. Collaborazioni costruttive in digitale |
Nella sezione dell'Industria dedicata alle recensioni delle più recenti novità editoriali presento lo studio che Stefano Converso ha condotto sulla firma statunitense Shop Architects. Nell'ambito di una ricecerca che si interroga sui rapporti tra studio e processo, ricerca che coinvolge molti giovani studiosi attualmente all'opera sul suolo patrio, - e che è alla base delle ragioni che hanno portato al libro su Jean Nouvel - questa pubblicazione risulta preziosa perchè introduce a sistemi e metodi di lavoro innovati e pionieristici |
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Innesti- sovrapposizioni-estensioni 2 |
La selezione di opere presentata in questo numero monografico curato con Cecilia Anselmi riprende e sviluppa il tema della trasformazione della città affrontato nel n. 396 del 2007. Nella trattazione precedente era stata proposta un’ampia e dettagliata ricognizione sul tema delle modalità di intervento e di modificazione dell’esistente, focalizzata principalmente sulle ricerche compositive e sugli esiti architettonici internazionali. |
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Snøhetta |
Architettura che si confronta con il tema della modellazione del terreno, che si conforma attraverso una tettonica fortemente poetica ed evocativa, permette attraverso le sue declinazioni più consapevoli di allacciare un legame con il contesto su cui insiste e sincronicamente con la sua storia e la sua tradizione. Questo è senz'altro il caso della Opera House di Oslo di recente terminata dallo studio norvegese Snøhetta. Vincitore dell'omonimo concorso internazionale indetto nel 2000. |
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Jean Nouvel |
La monografia sull'opera di Jean Nouvel –tra le poche disponibili in italiano- esce nella collana diretta con passione ed impegno da Giuseppe Nannerini, “I Quaderni de l'industria delle costruzioni”. Una pubblicazione che nei presupposti cerca di proporre una lettura *altra* del lavoro progettuale di Nouvel, architetto francese di fama internazionale nato nel 1945 a Fumel (Lot-et- Garonne). |
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Innesti- sovrapposizioni-estensioni |
Innesti sovrapposizioni estensioni è il nuovo numero dell' Industria delle costruzioni. Curato da Cecilia Anselmi e Carlo Prati il fascicolo monografico offre una ricognizione critica sulle nuove modalità di intervento sull'esistente alla scala urbana e dell'edifico. Un ampia rassegna di progetti selezionati per l'occasione permette di indagare nello specifico attitudini e sensibilità progettuali eterogenee. Con i contributi di Mattia Darò, Emanuela Guerrucci, Federica Morgia e Giampiero Sanguigni. |
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superluoghi |
“La civiltà dei superluoghi” è il titolo di un volume promosso dalla provincia di Bologna e pubblicato da Daminani Editore. che focalizza l'attenzione su outlet, centri terziari dell'interscambio, aeroporti, stazioni ferroviarie, fashion district, centri commerciali, quei nuovi spazi di successo ad altissimo livello di frequentazione che stanno trasformando il territorio metropolitano. In una società sempre più tecnologica e consumistica, la trasformazione del territorio è spesso dominata dai “superluoghi”, spazi multifunzionali, non relazionali, insensibili al contesto, con straordinari bacini di utenza, la cui identità non ha nulla a che fare con l'appartenenza “al locale”. |
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EM2N |
Nel panorama complessivo dell'architettura elvetica contemporanea la produzione, il lavoro e la ricerca dello studio EM2N -fondato a Zurigo nel 1997 da Mathias Müller (1966) e Daniel Niggli (1970) entrambi allievi di Marcel Meili presso l'ETH- risulta tra le più feconde; le tensioni più radicali, proprie di una certa avanguardia di stampo olandese (Koolhaas, MVRDV...) sono fuse e rilette nel quadro della cultura compositiva Svizzera, prestigiosa e severa ma allo stesso tempo realista e fortemente disincantata. |
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Itinerario svizzero |
Itinerario Svizzero, il numero 385 (settembre-ottobre 2005) de “l'industria delle costruzioni”. Interamente dedicato all'architettura Svizzera contemporanea, è curato dal sottoscritto con la preziosa e paziente collaborazione di Cecilia Anselmi |
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Peter Märkli, |
La Congiunta è un piccolo museo dedicato all'opera dello scultore tedesco, ma naturalizzato svizzero, Hans Josephsohn; commissionato e voluto dalla fondazione omonima, è stato realizzato da Peter Märkli nel 1992. L'edificio si trova a Giornico un piccolo paese della Val Leventina (canton Ticino), sorge su di un terreno molto particolare -acquistato in passato dallo stesso Josephsohn- delimitato a est dal fiume Ticino ed a Ovest dalla ferrovia cantonale. |
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Gion A. Caminada, |
Realizzato nel 2002 da Gion A. Caminada, la Stiva da morts è un edificio pubblico a vocazione religiosa, annesso alla chiesa ed al cimitero di Vrin, un piccolo insediamento rurale ai margini estremi della Valle Lumnezia cuore dell'area Romanda del canton Grigione. |
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Valerio Olgiati, Das gelbe haus |
Lettura di un opera architettonica di estremo interesse realizzata nel 1999 a Flims (Svizzera) dall'architetto Grigionese, Valerio Olgiati |
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RCR ARQUITECTES |
La presentazione dell'opera di un gruppo di valenti progettisti spagnoli, un piccolo centro culturale nel paese di Riudaura (Olot) |
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INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE DEL TRASPORTO SU FERRO |
Articolo pubblicato sull'Industria delle costruzioni, un piccola indagine sul ruolo che oggi riveste nell'architettura Svizzera il trasporto su ferro. Si analizza anche Il progetto di Base_1 per la Stazione di Mendrisio premiato ad Europan 6 con una menzione |
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UN IPOTESI DI LETTURA |
Un analisi sommaria di un importante saggio di Peter Eisenman, contenuto nella raccolta "La fine del classico" e pubblicato originariamente nel 1984 su “ The Harvard Architectural Review” |
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MAGMA (1999) |
I prodromi del weblog alieno, la televisione come strumento di controllo, maelstrom allucinante e vacuo in cui sprofondare le menti inermi |
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X-man (1999) |
Un modesto e spassionato omaggio al genio di K(C)oolhass e alla sua casa a Floriac |
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